Traduzione di un testo teatrale: "Una donna sola" di Dario Fo"
Una donna: [...] Non so come dire... ci conosciamo da così poco tempo, non vorrei che pensasse male di me... Insomma... è rimasto sano... lì. Com’è sano lì, signora! Anche troppo!! Ha sempre voglia di... lei mi capisce... Sì, per quello si distrae. Legge, legge moltissimo... s’informa... Fumetti porno! Ha la stanza piena di riviste schifose, con su tutte le donne nude... in certe posizioni! Scomode! Per me, quelle povere ragazze dopo le foto le ingessano come mio cognato... Con su dei pezzi di carne anatomica, ingrandita, a colori... pare un dépliant di macelleria! Che a me quando me ne capita una in mano, poi, a mezzogiorno, non riesco a cucinare la bistecca... mi viene da vomitare... E così, da quando tutte le donne se ne sono andate, mi occupo io di mio cognato, sa, io lo faccio per mio marito... è suo fratello dopotutto... Ma che dice! (Risentita) A me mi rispetta eccome! Ci mancherebbe altro! A me, prima di allungare la mano, me lo chiede, me lo chiede sempre! (Squilla il telefono) Oh, dev’essere mio marito... mi chiama sempre a quest’ora. Scusi un attimo... (Risponde al telefono) Pronto?... Come? Sì... ma come... Vaffanculo, stronzo! (Posa la cornetta con forza. È furiosa. Guarda la dirimpettaia e le fa un sorriso, quasi per chiederle scusa) Scusi la parolaccia... ma quando ci vuole ci vuole! (Riprende a lavorare nervosamente) No, no, non era mio marito, ci mancherebbe altro!... (Fuori dalla grazia di dio) Non so chi sia! È un porcone telefonico! Mi telefona una, due, tre... mila volte al giorno... mi dice delle zozzerie... ma di quelle parole... che non esistono nemmeno sul vocabolario... le ho cercate sullo Zingarelli... non ci sono! Dev’essere un oriundo... Ammalato? Senta, ne ho già uno di ammalato in casa... Non sono l’infermiera di tutti gli sporcaccioni d’Italia, io!